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Cinema e Resistenza: 12 film antifascisti

Dal neorealismo agli anni 2000 sono molti i film che hanno raccontato l’Antifascismo e la Resistenza. Eccone una dozzina tra i più rappresentativi, in ordine cronologico decrescente.

12 L’uomo che verrà  2009 

diretto da Giorgio Diritti

Distribuito a gennaio 2010, nella versione originale è in dialetto bolognese con sottotitoli in italiano. Il film è stato presentato in concorso al Festival internazionale del film di Roma 2009, dove ha vinto il Marc’Aurelio d’Oro del pubblico al miglior film e il Gran Premio della Giuria Marc’Aurelio d’Argento. Ha ottenuto sedici candidature ai David di Donatello 2010, vincendo tre premi, fra cui quello per miglior film. Ha ottenuto sette candidature ai Nastri d’argento 2010, vincendo tre premi. Il film racconta gli eventi antecedenti la strage di Marzabotto visti attraverso gli occhi di un bambina di otto anni, l’unica figlia di una famiglia di contadini che, come tante, fatica a sopravvivere.

11 Il partigiano Johnny 2000 

diretto da Guido Chiesa

Tratto dall’omonimo romanzo, postumo, di Beppe FenogliO: la guerra partigiana tra la fine del 1943 e l’inizio 1945 è raccontata attraverso la storia di Johnny, uno studente che, come molti giovani fecero nella realtà, dopo l’8 settembre decise di andare a combattere con i partigiani, nelle colline delle Langhe. Il film riprende la storia narrata in “Primavera di bellezza” e ne traccia l’ideale continuazione, a partire dal ritorno a casa dopo l’armistizio. Invece di aderire sin da subito alla Resistenza, Johnny si rifugia presso la sua famiglia, che lo nasconde in una casa sulla collina.

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10 La notte di San Lorenzo 1982

diretto dai fratelli Taviani

Affresco della campagna toscana dell’agosto del 1944, che fa da sfondo ad uno dei tanti drammi della seconda guerra mondiale, raccontato guardando però alle tenerezze, alla buona volontà, agli eroismi e alla paura della gente comune. Presentato in concorso al 35º Festival di Cannes, ha vinto il premio il Grand Prix Speciale della Giuria e il premio della giuria ecumenica. Gli eventi narrati nel film richiamano le drammatiche vicende della Strage del Duomo di San Miniato originariamente attribuita all’esercito tedesco, in realtà causata dagli Alleati. Il film è anche la prima occasione di collaborazione dei due registi con Nicola Piovani.

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9 Novecento 1976

diretto da Bernardo Bertolucci

Novecento un kolossal storico-drammatico in due atti della durata complessiva di 5 ore e 20 minuti. Ambientato in Emilia, regione natale del regista, ed assembla un cast internazionale, raccontando le vite e l’amicizia tra il possidente terriero Alfredo Berlinghieri ed il contadino Olmo Dalcò, nati nello stesso giorno e nello stesso luogo ma dotati di personalità e condizioni sociali opposte, sullo sfondo dei conflitti sociali e politici che ebbero realmente luogo in Italia nella prima metà del XX secolo. Presentato fuori concorso al 29º Festival di Cannes.

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8 Una giornata particolare 1977 

diretto da Ettore Scola

Presentata in concorso al 30º Festival di Cannes, la pellicola ha ottenuto vari riconoscimenti internazionali vincendo, tra gli altri, il Golden Globe quale miglior film straniero e ricevendo inoltre due candidature al Premio Oscar, per il miglior film straniero e per il miglior attore, a Marcello Mastroianni. E’ il 6 maggio 1938 e la Roma fascista è accorsa sulle strade per festeggiare Hitler venuto in visita da Mussolini. In un caseggiato popolare Antonietta (Sophia Loren), moglie disfatta da sei maternità e lei stessa fascista convinta conosce meglio il suo vicino di casa Gabriele (Mastroianni).

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7 Una vita difficile 1961 

diretto da Dino Risi

Il film ottenne riconoscimenti dalla critica di sinistra, sino ad allora in genere diffidente nei confronti di Risi e della commedia all’italiana. Dino De Laurentiis vinse con questo film il David di Donatello come miglior produttore, mentre Lea Massari si aggiudicò il premio come miglior attrice (per questo film e per I sogni muoiono all’alba). Uno sguardo amaro e cinico a vent’anni di dopoguerra italiano. A come gli altisonanti ideali della Resistenza lasciano prosaicamente posto a ideali borghesi di benessere, denaro e frivolo disincanto. Alberto Sordi giganteggia nel personaggio che Risi ritaglia per lui ed è come al solito il perfetto prototipo dello sconfitto. La narrazione segue le vicende di Silvio Magnozzi, ex partigiano salvato dai rastrellamenti nazisti da Elena, donna emancipata che diventerà sua moglie.

6 Tutti a casa 1960 

diretto da Luigi Comencini

Sceneggiato dal regista stesso insieme a Marcello Fondato e alla coppia Age & Scarpelli. Considerato tra i capolavori di Comencini e uno dei più importanti e rappresentativi film del cinema italiano, si aggiudicò il premio della giuria al Festival di Mosca e due David di Donatello, assegnati ad Alberto Sordi e al grande produttore Dino De Laurentiis. La sinossi del film è questa: dopo l’8 Settembre del 1943, un sottotenente, in mancanza di ordini, non riesce a tenere unito il suo reparto che, spinto dal desiderio di tornare a casa, ha finalmente l’occasione di darsela a gambe.

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5 La lunga notte del ’43 1960 

diretto da Florestano Vancini

Liberamente tratto dal racconto Una notte del ’43 della raccolta Cinque storie ferraresi, libro con il quale Giorgio Bassani vinse il Premio Strega nel 1956. Esordio di Florestano Vancini, dopo undici anni di documentari, La lunga notte del ’43 costituisce uno dei film più importanti sull’Italia fascista. Vancini adattò il racconto di Bassani ispirato a un episodio reale e portò sullo schermo una storia che tratta il dopo 8 settembre rappresentando non l’occupazione nazista, ma unicamente la guerra civile fra italiani. Il tema della Resistenza è solo accennato in una breve scena (ideata dallo stesso Vancini e curata nei dialoghi da Pier Paolo Pasolini): durante una discussione, alla decisione di Franco di fuggire in Svizzera viene contrapposta una soluzione alternativa, quella di reagire allo status quo. Come Bassani, anche Vancini sceglie di servirsi di minimi scarti dalla realtà storica. Questo gli permette di prendere le distanze dal dato di cronaca e di amplificare la valenza metastorica del racconto attraverso ulteriori elementi di finzione.

4 Il generale Della Rovere 1959 

diretto da Roberto Rossellini

Realizzato su un soggetto di Indro Montanelli, ispirato ad una sua esperienza personale nel carcere di San Vittore nel 1944. Qui, fra i prigionieri politici, emerge la figura di Giovanni Bertoni (Vittorio De Sica), un truffatore che imbroglia le famiglie dei prigionieri nazisti facendogli credere di possedere le giuste conoscenze per far liberare i loro cari. Scoperta la truffa, il colonnello tedesco Müller gli proporrà un accordo che gli cambierà la vita. Dovrà fingersi il generale Fortebraccio Della Rovere (deceduto per una retata nazista), anello di congiunzione tra gli alleati e i partigiani, ed estorcere informazioni agli altri prigionieri (ignari della morte del generale).

3 Achtung! Banditi! 1951

diretto da Carlo Lizzani

Film d’esordio del regista (1922-2013), rappresentante del neorealismo resistenziale, narra la storia di un episodio di guerra partigiana. Il commento musicale è incentrato sulla canzone della Resistenza Fischia il vento, soffia la bufera. Fu girato nei dintorni di Genova, fra le frazioni di Campomorone, Pontedecimo e altre località della Val Polcevera. Ecco la trama: durante la Seconda Guerra Mondiale, un gruppo di partigiani deve recuperare alcune armi occultate in una fabbrica vicino Genova. Con un intensa Gina Lollobrigida.

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2 Paisa’  1946 

diretto da Roberto Rossellini

Seconda pellicola della Trilogia della guerra antifascista, è considerata una delle vette del cinema neorealista italiano. Girata con attori prevalentemente non professionisti, rievoca l’avanzata delle truppe alleate dalla Sicilia al Nord Italia attraverso sei episodi: SiciliaNapoliRomaFirenzeAppennino EmilianoPorto Tolle. Paisa’ è stato candidato ai Premi Oscar 1950 per la migliore sceneggiatura originale. Potete approfondire l’irripetibile momento nel link qui sotto.

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1 Roma città aperta 1945 

diretto da Roberto Rossellini

Rome open city è una delle opere più celebri e rappresentative del neorealismo cinematografico italiano. È il film che fece acquisire notorietà internazionale ad Anna Magnani, co-protagonista insieme ad Aldo Fabrizi, qui in una delle sue interpretazioni più famose. È il primo film della Trilogia della guerra antifascista diretto da Rossellini, a cui seguiranno Paisà (1946) e Germania anno zero (1948). In virtù del suo grande successo, il film ha a lungo definito l’immagine dell’occupazione tedesca di Roma e della Resistenza romana nell’immaginario collettivo. La pellicola venne presentata in concorso al Festival di Cannes 1946, dove ottenne il Grand Prix come miglior film. Ricevette inoltre una candidatura al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale e vinse due Nastri d’argento, per la miglior regia e la migliore attrice non protagonista (Anna Magnani). Qui sotto il film completo:

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