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C’è ancora domani per il cinema italiano: ma il pubblico vuole la qualità

Il pubblico italiano premia il cinema di qualità. Del suo cinema, il nostro cinema. Il dato è ormai lampante, in particolare dopo la ripresa post traumatica della pandemia causata dal Covid 19. È il momento che produttori, distributori, esercenti e le piattaforme insieme agli sceneggiatori, gli attori e i registi ne prendano atto, che si rendano conto che è finita da tempo l’epoca dei cinepanettoni, l’era dei filmetti di cassetta di Leonardo Pieraccioni, delle commedie sottotono del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.

Lo chiamavano Jeeg Robot (2016), capostipite del “sorpasso” del cinema italiano recente su quello precedente

Il sogno, il divertimento, l’impegno, l’originalità, la verità delle emozioni. Ben rappresentati in film recenti come C’è ancora domani, Le otto montagne, La stranezza, Io capitano. Successi di critica e pubblico, persino premiati, come avveniva fino ai primi anni ’80 (Ricomincio da tre fu il maggior incasso 80/81, David al Miglior film e Attore, Nastro e Globo al Miglior esordio) con l’unica eccezione de La vita è bella, alla fine dei ’90). Con lentezza si sta ricostruendo un nostro immaginario. Il meme con Luca Marinelli spero lo abbiate già visto mentre I’altro qui sopra – estratto dalle prime stagioni della serie tv Boris – ironizza proprio sul fatto che si producano quasi esclusivamente spettacoli grossolani, di scarsa qualità, senza rispetto per il pubblico che li deve sorbire.

Aggiornamento 8/12/23 :

Una giornata particolare, uscito nell’estate del 1977, vinse il Golden Globe come miglior film straniero

Anche nei film “popolari” il pubblico italiano vuole più emozioni: vuole ridere di gusto, non per battute scontate e situazioni trite e ritrite, vuole immedesimarsi in storie che parlano davvero a loro stessi e lasciarsi commuovere. Ma anche farsi trasportare in storie fantastiche e sognare. Racconti del “Paese reale” e non di salotti borghesi ombelicali o di un proletariato che per come viene raccontato non esiste. Film che oltretutto vengono visti da poche migliaia di persone. Lo spettatore, un po’ stufo probabilmente anche delle borgate fatte di delinquenti, della Roma criminale e la campania camorrista, vuole alzarsi dal divano di fronte ad una piattaforma commerciale e uscire in strada, scegliere la sala e chiacchierare fuori dal cinema prima e dopo lo spettacolo. Non solo sui social, in particolare Facebook e Twitter, ma di persona, utilizzando il passaparola che tanto giova al nostro buon cinema e magari far scoppiare un applauso. Passaparola che nasce anche dai commenti sui social: dal film di Francesco Amato pre-pandemia 18 regali che in sala dal 2 gennaio 2020 incassa 3.135.000€ (ottimo anche il dibattito generato dal suo film TV Filumena Marturano, proseguito poi sulla piattaforma Raiplay) fino all’ultimo successo in corso di Paola Cortellesi con C’è ancora domani, uscito il 26 ottobre 2023. La stessa attrice, diventando regista, si distacca dai filmetti di poco spessore interpretati fino a poco fa – anche diretta dal marito Riccardo Milani – come Ma cosa ti dice il cervello (2019) e Scusate se esisto! (2014), opere innocue come Gli ultimi saranno gli ultimi (2015) o film che nessuno ha visto come La fisica dell’acqua (2009). Tentò qualcosa di nuovo con un film malriuscito come La befana vien di notte (2018) che almeno fu premiato dal pubblico (con un ricavo cospicuo, 7,7 milioni) ma disocciandosi insieme al regista Michele Soavi dal sequel del 2021 (La Befana vien di notte 2 – Le origini) che come la maggioranza dei film fece fiasco al botteghino: solo 456.074 €. In effetti la brava Paola Cortellesi dal suo esordio nel 2000 con un vero successo, quello con il trio Aldo, Giovanni e Giacomo (Chiedimi se sono felice, 28,4 mln di euro) ha sprecato il suo talento su tanti copioni che potevano rimanere nel cassetto, imbroccando sul serio solo tre film: Nessuno mi può giudicare (2011, 7,9 mln) , Come un gatto in tangenziale (2017, 9,5 mln) e Figli (2020, 3.292.000 €, anch’esso in coppia con l’ex compagno Valerio Mastandrea).

Come un gatto in tangenziale

Gli stessi Aldo, Giovanni e Giacomo che la vollero anche in un altro successo (Tu la conosci Claudia?, 16.9 milioni €) da quel lontano 2004 hanno dovuto aspettare fino al 2020 per tornare alla ribalta con Odio l’estate (2020, 7.518.000 €) e Il grande giorno (2022,  7.237.339), un vero rispolvero. Per loro una sola parentesi di successo di pubblico nel 2010 con il mediocre La banda dei Babbi Natale, che però incassò la cifra di 21.5 milioni €. Altri tempi? Ditelo a Checco Zalone che di recente con soli tre film ha superato la quota record di 160 milioni di euro!

Nemmeno Carlo Verdone – nonostante l’incasso di 10,2 mln nel 2014 – ha saputo far davvero brillare il talento di Paola Cortellesi con Sotto una buona stella, film “carino” per i fans ma che conta solo un paio di situazioni riuscite e una scena finale divertente tra i muri del salotto. Lo stesso celeberrimo attore e regista romano nell’ultimo decennio è un po’ scolorito, le sue storie non sono particolarmente premiate dal pubblico (nonostante uno zoccolo duro di seguaci) se non con l’azzardato Benedetta follia (2018, 8,5 milioni di euro), fuori dai soliti schemi e difatti firmato da Nicola Quaglianone (scritto sbagliato per controllare se ci legge…), lo sceneggiatore di Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out, scritti con Gabriele Mainetti e con un introito rispettivo di 5.042.586 euro nel 2016 e di € 2.668.768 nel 2022).

Carlo Verdone con Nicola Guaglianone (che ha scritto anche Il primo Natale e La befana vien di notte)

Torniamo al passaparola: in pochissimi giorni ha trasformato C’è ancora domani in un grande successo, tant’è che mentre scriviamo è diventato il film italiano di maggiore incasso della stagione. Quasi due milioni di spettatori lo ha già visto, dal 26 ottobre al 12 novembre. A meno di un mese dalla sua uscita ha portato in sala oltre 3 milioni di spettatori diventando il terzo incasso dell’annata italiano, superato solo da Barbie e Oppenheimer. E’ proprio così che il pubblico decide con meritocrazia quali film rimarranno nell’immaginario e quali dopo due ore finiranno nel dimenticatoio, come fossero un pasto frettoloso in un fast-food. Il passaparola funziona benissimo anche dal divano e dal PC, poichè ha decretato il successo di diversi film usciti direttamente (o quasi) sulle piattaforme. Film che pur vantando un autore del calibro di Paolo Sorrentino non per forza sono destinati al successo: è il caso del clamoroso dibattito su È stata la mano di Dio, acclamato e ripudiato…per alcuni un vero capolavoro, per altri un film noioso e pasticciato. Un altro regista che fa parlare molto delle sue commedie è Sydney Sibilia, sia su Netflix con L’incredibile storia dell’isola delle rose (2020) che in sala con Mixed by Erry (2023). Prima ancora vi fu dibattito e passaparola riguardo la versione cinematografica del caso Cucchi, interpretato magistralmente da Alessandro Borghi in Sulla mia pelle (2018), prodotto dal colosso Netflix che stava sempre più prendendo piede in Italia. C’è chi sulle piattaforme proprio non ci vuole andare come Nanni Moretti che ha tenuto congelato per più di un anno Tre piani (€ 2.005.274), per poi denigrarle (vedi trailer qui sotto) all’interno del successivo Il sol dell’avvenire, molto visto (4.178.481 di euro) e molto dibattuto sui social network.

Infine c’è chi invece realizza appositamente per le piattaforme il proprio film, facendolo diventare il prodotto italiano più visto del mondo su Netflix; è accaduto a Cosimo Gomez per Il mio nome è vendetta con Alessandro Gassmann. Anche la commedia sentimentale Era ora, un remake di Alessandro Aronadio, è uscito direttamente il 28 marzo 2023 su Netflix ed è andato molto bene. Durante la pandemia tanti film italiani, anche loro malgrado, sono stati distribuiti direttamente sulle piattaforme: Amazon Prime ( La stanza, Ultras, Il talento del calabrone, Il mio corpo vi seppellirà ), Netflix ( La belva, Il legame, Il Divin Codino, L’isola delle rose, A classic horror story) , SKY (Genitori vs Influencer e Favolacce , di cui quest’ultimo è l’unico davvero degno di nota). Ricordiamo che il primo film targato Netflix in Italia è stato Rimetti a noi i nostri debiti (discreto ma opaco dramma con Marco Giallini e Claudio Santamaria uscito il 4 maggio 2018) e a seguire un cinepanettoneNatale a Cinque Stelle; l’inizio non fu proprio col botto.

Mixed by Erry , Nastro d’argento per la Migliore Commedia

Ma torniamo al Box Office, al pubblico che premia i film che valgono. E, attenzione, la varietà! Non solo commedie e drammi “due camere e cucina”. Tra i film validi si nota chiaramente il ritorno del cinema “di genere”. A gennaio 2019 esce Il primo re di Matteo Rovere, peplum storico parlato in proto-latino che riesce a portare in cassa 2,1 milioni di euro. Poco prima, a dicembre 2018, la stessa cifra la guadagna il remake di un thriller spagnolo, Il testimone invisibile di Stefano Mordini (2,1 mln) mentre il cappa & spada Moschettieri del Re di Giovanni Veronesi arriva a 5,1 milioni. Ma a vincere la sfida al botteghino quel Natale è la già discussa “Befana” della Cortellesi (7,7). Prima ancora, nel 2014, Gabriele Salvatores aveva raccimolato 4,5 milioni con Il ragazzo invisibile, primo film italiano di genere “supereroi”. Recenti invece sono i discreti successi di Freaks Out (€ 2.668.768) e Diabolik (€ 2.023.081) fino ad arrivare al poliziesco uscito il 9 marzo scorso L’ultima notte di Amore (€ 3.461.866) .

Pierfrancesco Favino in azione in L’ultima notte di Amore

C’è poi un fenomeno a sè stante nel cinema italiano di genere, quello degli youtuber Me contro Te, che colmando il vuoto del pubblico dell’infanzia hanno un successo assicurato, veicolato in sala da loro stessi attraverso il web. Dal 2019 ad oggi hanno già sfornato cinque film, ma il vero exploit fu solo per il primo (Me contro Te Il Film – La Vendetta del Signor S) che arrivò a 9.5 milioni €, seguito negli incassi da Il mistero della scuola incantata (poco più della metà, 5,1 mln) e Missione Giungla (4,7 mln). I primi tre film della serie durano meno di 65 minuti.

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E il cinema d’autore guadagna? Quello legato a storie più “popolari” possiamo dire di sì, in base ai risultati degli ultimi anni. Paolo Sorrentino con Loro (in cui Toni Servillo interpreta Silvio Berlusconi), incassa, diviso in due parti, 4,1 milioni di euro + 2,6 milioni di euroHammamet di Gianni Amelio nel quale Pierfrancesco Favino si cala mimeticamente nei panni di Bettino Craxi fa 5.781.000 €. Lo stesso Favino veste i panni di Tommaso Buscetta per Marco Bellocchio ne Il traditore e arriva a 4,3 mln. Per questo aspettiamo Elio Germano nelle vesti di Enrico Berlinguer in La grande ambizione di Andrea Segre, le cui riprese inizieranno a dicembre.

È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino distribuito solo su Netflix

Se Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino ha incassato solo in Italia 3,2 milioni di euro e il Colibrì di Francesca Archibugi (dal bestseller di Sandro Veronesi) € 3.039.397, Matteo Garrone con Dogman – ispirato al canaro della Magliana – ne ha guadagnati solo 2,6 ma si è poi rifatto con una favola molto popolare come quella di Pinocchio, che uscito il 19.12.19 ha totalizzato ben 15.003.443 euro. E, pur bistrattao da un parte di pubblico e critica, Gabriele Muccino con gli ultimi suoi film italiani ha riscosso un forte successo: A casa tutti bene con  9,2 milioni di euro è il maggior successo italiano della stagione 2017/18 mentre Gli anni più belli raggiunge 5.653.000 euro in quella 2019/2020. A riprova che le emozioni vere – i cosiddetti brividi – funzionano, persino un documentario, il sentito omaggio di Giuseppe Tornatore al genio di Ennio Morricone (Ennio) al box office è stato premiato con 2,6 milioni di euro. Sono lontani i tempi dei 9 milioni di € per il suo bel film La migliore offerta (2013) o quelli dell’exploit di Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese che tre anni dopo ne incassò ben 17,1, ma bisogna anche dire che quest’ultimo era un film molto più accessibile di C’è ancora domani, girato in bianco e nero e ambientato negli anni ’40. Il successo della Cortellesi (che secondo gli esperti chiuderà con più di 10 milioni di euro di introiti) è un piccolo miracolo. C’è ancora un domani per il cinema italiano?

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Forse sì. Nell’arco di un anno Ficarra e Picone affiancati da Toni Servillo hanno avuto critiche positive, vinto 4 David di Donatello (su ben 14 candidature!) e incassato la rispettabile cifra di 5.694.540 con La stranezza di Roberto Andò. Li aspettiamo il 14 dicembre in Santocielo, affiancati da Maria Chiara Giannetta e dalla premiatissima Barbara Ronchi, diretti da Francesco Amato (18 regali). Con Il primo Natale, a qualche mese dalla pandemia, avevano raggiunto la cifra invidiabile di 15.3 milioni di €, la vetta massima raggiunta al di sotto di Checco Zalone (vedi classifica a fine articolo).

Nello stesso anno Le otto montagne, un film drammatico di 2 ore e 30 minuti con la coppia Alessandro Borghi e Luca Marinelli ha fatto persino meglio de La stranezza, arrivando a € 6.001.059 e vincendo quattro David tra cui Miglior film. Ultimo ma non ultimo Matteo Garrone con Io Capitano che ha avuto un successo abbastanza insperato, visto il tema, incassando 4 milioni di euro, oltre a vincere il Leone D’Argento e il premio Mastroianni a Venezia ed essere spedito a rappresentare l’Italia ai prossimi premi Oscar.

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Seydou Sarr, vincitore del premio Mastroianni all’ultimo Festival di Venezia

Noi tutti rimpiangiamo certi titoli del passato che senza essere necessariamente dei “capolavori” (termine davvero troppo abusato) avevano un’anima e un motore perfettamente oliato – tra produzione, regia, cast artistico e tecnico – e riscuotevano un enorme successo: Fantozzi, Amici miei, Romanzo pololare, Mimì Metallurgico ferito nell’onore, Straziami ma di baci saziami, La prima notte di quiete, Lo scopone scientifico, Altrimenti…ci arrabbiamo, Il portiere di notte, La ragazza con la pistola e ancora Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto, Lo chiamavano Trinità, Malizia, Profondo rosso, C’era una volta il West, Ricomincio da tre, Il marchese del grillo. Film di ogni genere che sono rimasti nell’ immaginario popolare e tra la fine dei ’60 e i primi ’80 hanno incassato diversi miliardi di lire.

Amici miei fu il maggior incasso nella stagione cinematografica 1975-76 (battendo Lo squalo!)

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I FILM ITALIANI CHE HANNO INCASSATO DI PIU’ NELLE ULTIME 5 STAGIONI (2018-2023)

  1. Tolo Tolo di Checco Zalone 46.2 mln di € 19/20
  2. C’è ancora domani di Paola Cortellesi 36.6 mln 23/24
  3. Il primo Natale di Ficarra e Picone 15.3 mln 19/20
  4. Pinocchio di Matteo Garrone 15.0 mln 19/20
  5. Me contro te il film – La vendetta del signor S di Gianluca Leuzzi 9.5 mln 20/21
  6. La dea fortuna di Ferzan Ozpetek 8.3 mln 19/20
  7. Amici come prima di Christian e Brando De Sica 8.2 mln 18/19
  8. La befana vien di notte di Michele Soavi 7.7 mln 18/19
  9. Odio l’estate di Massimo Venier 7.5 mln 19/20
  10. 10 giorni senza mamma di Alessandro Genovesi 7.4 mln 18/19
  11. Il grande giorno di Massimo Venier 7.2 mln 22/23
  12. Il giorno più bello del mondo di Alessandro Siani 6.4 mln 19/20
  13. L’immortale di Marco D’Amore 6.01 mln 19/20
  14. Le otto montagne di Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersch 6.00 mln 22/23
  15. Hammamet di Gianni Amelio 5.78 mln 19/20
  16. La Stranezza di Roberto Andò 5.69 mln 22/23
  17. Gli anni più belli di Gabriele Muccino 5.65 mln 19/20

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Come si può notare la stagione prima del Covid (19/20) è l’ultima che ha registrato incassi davvero alti con ben 9 titoli su 17 al box office. Solo in quest’ultima stagione ci siamo un po’ ripresi, superando finalmente i 7 milioni di euro al botteghino. Con la speranza di un domani migliore per il cinema italiano e per il suo pubblico – che speriamo si sia definitivamente ripreso dagli anni neri della pandemia – andiamo al cinema!

Il cast di C’è ancora domani

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