Cinema Liste registi

15 grandi registi nati negli anni 70

Sono i migliori registi della loro generazione, nati a partire dal 1970: tra loro tre londinesi, due italiani, un cileno. Solo tre su quindici hanno origini statunitensi. Hanno esordito tra il lontano 1992 e il recente 2017, principalmente tra la fine dei ’90 e la metà dei 2000. Scopriamo così chi sono i più grandi registi al mondo della generazione degli anni 70, dunque relativamente giovani. A fine articolo vi sveliamo persino dieci cineasti di successo nati negli anni 80. Per un soffio non troverete in questa lista, ad esempio, il premio Oscar Bong Joon-Ho nato il 14 settembre 1969. Abbiamo escluso, ma vogliamo menzionarli, altri 5 registi meritevoli: Barry Jenkins – uno dei più giovani essendo del 1979 – che nonostante abbia girato una manciata di film ha ottenuto un grandissimo successo di critica (anche il premio Oscar) per Moonlight. Tra gli assenti un altro regista premio Oscar, Tom Hooper (classe ’72, Il discorso del re), il notevole Fatih Akin (1973, La sposa turca), il talentuoso Jason Reitman (1977, Juno) e il regista di culto Kevin Smith (1970, Clerks). Per ovvi motivi sono stati esclusi alcuni film e alcuni premi. Per ogni regista troverete anche un link ad un suo film presente sulle piattaforme Prime video e Netflix.

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15 Jordan Peele 1979

Nato a New York, il regista e sceneggiatore afroamericano inizia la sua carriera come attore comico. Ha girato solo tre film ma il suo esordio Scappa – Get out (2017) lo ha affermato come un nuovo talento del genere horror e thriller, valendogli l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale a soli 28 anni. In seguito ha realizzato Noi (2019), che ha incassato globalmente oltre 260 milioni di dollari, e Nope (2022), horror atipico contaminato con la fantascienza e con il western. Il più giovane di questa lista, attualmente sta lavorando ad un film basato su un videogame di Hideo Kojima, dal titolo Death Stranding.

Noi

Guarda Scappa su Prime video

14 Ruben Östlund 1974

Nato in Svezia, ha esordito nel mondo del cinema a trent’anni con Gitarrmongot (2004), seguito da Involuntary (2008) e Play (2011). Nel 2014 si è fatto notare vincendo la sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes con il film Forza maggiore. Con le due opere successive ha ottenuto lo storico risultato di vincere due volte di seguito la Palma d’oro, per The Square (2017) e Triangle of Sadness (2022). Per quest’ultimo ha ottenuto anche la candidatura all’Oscar come miglior regista e per la migliore sceneggiatura originale. Ottimi motivi per tenere d’occhio il cineasta svedese che compirà 50 anni il 13 aprile.

The Square

Guarda Forza maggiore su Prime video

13 Luca Guadagnino 1971

Nato a Palermo, esordisce a 28 anni con The Protagonists (1999) e dopo una lunga paura gira il suo secondo lungometraggio, Melissa P. (2005), tratto dal romanzo erotico di scarso valore ma di grande successo 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire. Nel 2009 Io sono l’amore riceve le candidature al miglior film straniero sia ai Golden Globes che ai BAFTA. Dopo A Bigger Splash (2015) ottiene grande attenzione con Chiamami col tuo nome (2017), che vince diversi premi tra cui l’Oscar alla migliore sceneggiatura non originale, scritta da James Ivory. Il 2018 è l’anno di Suspiria, personale rivisitazione del cult-movie di Dario Argento, presentato alla mostra di Venezia come il successivo Bones and All (2002), che vince il Premio Marcello Mastroianni per Taylor Russell e il Leone d’argento alla regia. Il suo ultimo lavoro, Challengers uscirà ad aprile 2024.

Chiamami col tuo nome

Guarda Bones and all su Prime video

12 Pablo Lerraín 1976

Nato a Santiago del Cile realizza la sua opera prima nel 2006, Fuga. In seguito gira tutti film di discreto successo, sia di critica che di pubblico, incentrati sulla storia della sua nazione oppure biopic di celebri donne: Tony Manero (2008), Post mortem (2010), No – I giorni dell’arcobaleno (2012, candidato all’Oscar per il film straniero), Il club (2015, Orso d’argento e Gran Premio della Giuria al festival di Berlino), Neruda (2016), Jackie (2016, con Natalie Portman nei panni di Jacqueline Kennedy), Ema (2019), Spencer (2021, nel quale Kristen Stewart interpreta Lady Diana), El conde (2023). Nel 2021 dirige anche la miniserie televisiva La storia di Lisey, basata sull’omonimo romanzo di Stephen King. Un nuovo biopic al femminile ci aspetta, Maria, questa volta su Maria Callas che avrà il volto di Angelina Jolie.

Il club

Guarda El conde su Netflix

11 Alejandro Amenabar 1972

Anch’egli nato a Santiago del Cile ma da sempre vissuto in Spagna, ha esordito 23 anni con Tesis (1995), vincitore di 7 premi Goya. Ha realizzato da giovanissimo tre grandi film come Apri gli occhi (1998) con Penelope Cruz (di cui Vanilla Sky è il remake), The Others (2001) con Nicole Kidman (vincitore, tra gli altri, di 8 premi Goya) e Mare dentro (2004) con Javier Bardem. Quest’ultimo, una storia vera sul tema dell’eutanasia, ha vinto l’Oscar e il Golden Globe come miglior film straniero, l’EFA al miglior regista e miglior attore, il gran premio della giuria e la miglior interpretazione maschile a Venezia e il record assoluto di 14 premi Goya. Dopo Agora (2009, 7 premi Goya) si è parecchio smarrito, realizzando solo due film – di cui come sempre ha scritto la sceneggiatura – Regression (2015) e Lettera a Franco (2019), non all’altezza dei precedenti. Compone anche le colonne sonore dei suoi film.

Mare dentro

Guarda Apri gli occhi su Prime video

10 Joe Wright 1972

Londinese, dislessico, ha debuttato nel lungometraggio nel 2005 con Orgoglio e pregiudizio, vincendo il BAFTA come miglior regista esordiente. Con Espiazione (Golden globe per il miglior film drammatico) ha aperto nel 2007 la mostra del cinema di Venezia ed è il più giovane regista ad averlo mai fatto. In seguito ha diretto, tra gli altri, Hanna (2011), Anna Karenina (2012, terza collaborazione con Keira Knightley), L’ora più buia (2017, premio Oscar al trucco e a Gary Oldman) e Cyrano (2021, candidato ad alcuni Golden Globe e BAFTA tra cui miglior film). Oltre a produrre Locke nel 2013, per la TV ha girato l’episodio di Black MirrorNosedive” e il film di prossima uscita M – Il figlio del secolo (2024), con Luca Marinelli nei panni di Benito Mussolini.

L’ora più buia

Guarda Orgoglio e pregiudizio su Netflix

9 Martin McDonagh 1970

Nato a Londra e di origini irlandesi, prima di esordire con In bruges (2008, la cui sceneggiatura originale ha vinto il BAFTA ed è stata candidata all’Oscar) ha lavorato molto in teatro e realizzato il cortometraggio Six Shooter premiato con l’Oscar. Dopo 7 psicopatici (2012) ha realizzato gli acclamati Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017) e Gli spiriti dell’isola (2022). Il primo ha vinto due Oscar, quattro Golden Globes, cinque BAFTA e numerosi altri premi. Il secondo viene insignito alla Mostra del cinema di Venezia dell’Osella per la miglior sceneggiatura e della Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Colin Farrell. Vince altri premi tra i quali tre Golden Globes, quattro BAFTA e ottiene 9 candidature all’Oscar. Ha sempre scritto da solo il soggetto e la sceneggiatura di tutti i suoi film, dei quali a partire dall’opera seconda è anche co-produttore; non si hanno ancora notizie del suo prossimo progetto.

Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Guarda 7 Psicopatici su Prime video

8 Sofia Coppola 1971

Nasce a New York l’ultimogenita del leggendario Francis Ford, che la coinvolge a soli a 16 anni nella sceneggiatura del suo segmento di New Yok Stories intitolato “La vita senza Zoe“. Ha debuttato nella regia cinematografica con Il giardino delle vergini suicide (1999), seguito nel 2003 da Lost in Translation per il quale, insieme ad altri premi, a 33 anni ritira l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Il film fa emergere Scarlett Johansson (che vince un BAFTA) e rilancia la carriera di Bill Murray (che riceve la sua unica candidatura all’Oscar). Nel 2006 gira una personale rilettura in chiave pop della vita di corte della celebre regina di Francia, Marie Antoinette (2006) mentre nel 2010 il presidente della giuria della 67ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia Quentin Tarantino (nonchè suo ex compagno) le assegna il Leone d’oro per Somewhere. Dopo l’insapore Bling Ring (2013) vince il premio per la miglior regia a Cannes con L’inganno (2017), ritrova un ottimo Bill Murray dopo 17 anni in On the Rocks (2020) e torna a Venezia con Priscilla (2023), che vince la Coppa Volpi per l’interpretazione femminile di Cailee Spaeny.

Lost in traslation

Guarda Marie Antoniette su Netflix

7 Paolo Sorrentino 1970

Nato a Napoli e romano d’adozione, ha girato 10 film di cui l’ultimo, Parthenope, uscirà prossimamente. Esordisce nel 2001 con L’uomo in più, il primo dei sei film girati insieme al suo attore feticcio Toni Servillo (l’ultimo, rilasciato solo su Netflix nel 2021, è È stata la mano di Dio). Dopo Le conseguenze dell’amore (5 David di Donatello: film, regia, sceneggiatura, fotografia, miglior attore) e L’amico di famiglia, l’attenzione internazionale arriva all’età di 38 anni con Il divo, che vince a Cannes il premio della giuria. Successivamente gira negli USA This Must Be the Place (2011) con protagonisti Sean Penn e Frances McDormand ma la consacrazione mondiale si deve a La grande bellezza (2013).  È vincitore di un Oscar, un Golden Globe, quattro European Film Awards (due per Youth – La giovinezza, 2015), un Premio BAFTA, otto David di Donatello, otto Nastri d’argento. Ha girato anche due miniserie TV: The Young Pope (2016) e The New Pope (2020).

Guarda È stata la mano di Dio su Netflix

Il divo

6 M. Night Shyamalan 1970

Nasce in India ma i suoi genitori, entrambi indiani, risiedavano già stabilmente in Pennsylvania. Regista dal grande talento discontinuo, debutta alla regia molto precocemente con Praying with Anger (1992) e con il terzo film il suo nome diventa famoso a livello mondiale: nel 1999 esce The Sixth Sense – Il sesto senso, che a fronte di un budget di 40 milioni di dollari ne incassa 672.806.292 in tutto il mondo ed è secondo solo a Star Wars – La minaccia fantasma. Il thriller sovrannaturale con Bruce Willis riceve a sorpresa anche 6 candidature all’Oscar. In seguito il suo stile sarà riconoscibile in successi come Unbreakable-Il predestinato (2000), Signs (2002), The Village (2004), E venne il giorno (2008), The Visit (2015), Split (2016), Old (2021), Bussano alla porta (2023). Nei suoi film, come faceva Alfred Hitchcock, si riserva un ruolo cameo. Ha diretto la serie TV Servant (2019-2023).

Il sesto senso

Guarda Split su Prime video

5 Nicolas Winding Refn 1970

Danese di Copenaghen, ha esordito a 26 anni con Pusher (1996), girando in seguito 10 film e due serie TV (Too old to die young, 2019 e Copenhagen cowboy, 2023). Oltre ai due sequel di Pusher (2004 e 2005), tra gli altri film da menzionare vi sono Bronson (2008) e Valhalla rising (2009), che hanno attirato una certa attenzione da parte della critica, per poi ottenere il successo globale, con Drive (2011, premio per la miglior regia al festival di Cannes), che ha lanciato definitivamente Ryan Gosling. In seguito ha firmato Solo Dio Perdona, sempre con Gosling, The Neon Demon (2016) e un segmento del film musicale Circus Maximus (2023) del quale gli altri registi sono Harmony Korine, Gaspar Noé, Valdimar Jóhannsson, Andrew Dosunmu e Kahlil Joseph.

The neon demon

Guarda Pusher su Prime video

4 Jorgos Lanthimos 1973

Nasce ad Atene e presto si fa notare all’interno della nuova onda del cinema greco. Dopo un film in co-regia firma il suo primo film in solitaria nel 2005, dal titolo Kinetta. Con quello successivo, Dogtooth  (Kynodontas) attira l’attenzione internazionale per stile e contenuti: prima vince come miglior film a Cannes nella categoria Un Certain Regard e poi riceve la candidatura all’Oscar come miglior film straniero. Dopo Alps (2011), Premio Osella per la migliore sceneggiatura a Venezia ottiene un crescendo di successi. Nel 2015 The lobster viene candidato per la migliore sceneggiatura originale (e il premio della giuria a Cannes) mentre Il sacrificio del cervo sacro nel 2017 vince a Cannes come miglior sceneggiatura. La favorita (2018) vince il premio della giuria questa volta a Venezia, insieme alla Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Olivia Colman che vince anche l’Oscar sulle 10 candidature ottenute dal film. Nel 2023 Povere creature! vince il Leone d’oro al Festival di Venezia, il Golden Globe alla miglior commedia e a Emma Stone come miglior attrice e riceve 11 candidature ai prossimi premi Oscar.

Dogthoot

Guarda Il sacrificio del cervo sacro su Prime video

3 Asghar Farhadi 1972

Regista, sceneggiatore e in seguito produttore iraniano, ha esordito nel 2003 con il film Raghs dar ghobar e dopo altre due pellicole ha vinto nel 2009 con About Elly l’Orso d’argento a Berlino come miglior regista. Con Una separazione (2011), ha avuto uno straordinario successo di critica conquistando l’Oscar al miglior film straniero (vinto anche con Il cliente nel 2016, oltre al premio per la sceneggiatura a Cannes), l’Orso d’oro al film e l’Orso d’argento per entrambi gli attori a Berlino, il Golden Globe e numerosi altri premi importanti. Gli altri suoi film sono Il passato (2013, Bérénice Bejo vinse il premio per l’interpretazione femminile a Cannes), Tutti lo sanno (2018, con la coppia Bardem & Cruz) e Un eroe (2021, Grand Prix Speciale della Giuria a Cannes).

Una separazione

Guarda Il passato su Prime video

2 Christopher Nolan 1970

Tra i più apprezzati registi degli ultimi vent’anni, nasce a Londra e dopo Following (1998) vola negli Stati Uniti per girare Memento (2000), che gli permetterà – grazie alla candidatura all’Oscar per la sceneggiatura e il montaggio – di dirigere nel successivo Insomnia (2002) due star del calibro di Al Pacino e Robin Williams (ed essere distribuito dalla Warner Bros). E’ conosciuto per la sua innovativa trilogia del fumetto di Batman ( Batman Begins, 2005); Il cavaliere oscuro, 2008; Il cavaliere oscuro – Il ritorno, 2012) e per grandi successi al Box-office come Inception (2010), Interstellar (2014), Tenet (2020). Prima di Oppenheimer, che il 10 marzo 2024 gli ha fruttato il suo primo Oscar in assoluto (come regista era stato candidato nel 2017 per Dunkirk), Nolan non aveva mai ottenuto riconoscimenti importanti. Per questo film ha ricevuto anche il Golden Globe e il BAFTA, sia al film che alla regia.

Il cavaliere oscuro

Guarda Interstellar su Netflix

1 Paul Thomas Anderson 1970

Nasce a Los Angeles e debutta con Sydney (1996) a soli 26 anni e l’anno successivo, il 1997, realizza Boogie Nights – L’altra Hollywood (nomination all’Oscar come migliore sceneggiatura originale e agli attori non protagonisti, Burt ReynoldsJulianne Moore). Nel 1999 vince l’Orso d’oro al festival di Berlino con Magnolia, che riceve oltre a numerosi premi e nominations altre 3 candidature all’Oscar tra cui nuovamente sceneggiatura e attore non protagonista (Tom Cruise). A questo punto P. T. Anderson ha già la fama di grande cineasta (conclamata in Europa più che in USA) che confermerà con Ubriaco d’amore (2002, miglior regista a Cannes), Il petroliere (2007, miglior regista a Berlino e Oscar, Golden Globe e BAFTA al protagonista Daniel Day-Lewis), The Master (2012, miglior regista a Venezia e Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile sia a Joaquin Phoenix che a Philip Seymour Hoffman), Vizio di forma (2014), Il filo nascosto (2017), Licorice Pizza (2021). Al momento sta girando per la prima volta un film con protagonista Leonardo DiCaprio, dal titolo ancora ignoto.

The master

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Prima di lasciarvi vogliamo segnalarvi anche 10 ottimi registi – se non grandi – nati addirittura negli anni Ottanta e appartenenti alla cosidetta Generazione Y, i “millennials”: Alice Rohrwacher (classe ’81, autrice di Lazzaro felice), Greta Gerwig (1983, Barbie), Robert Eggers (1983, uscirà presto il suo Nosferatu), i fratelli Safdie (1984 e 1986, Good Time), Damien Chazelle (1985, La La Land), i gemelli D’Innocenzo (1988, Favolacce), Ari Aster (1986, Beau ha paura) e l’ enfant prodige Xavier Dolan (1989), che dopo 8 film – tra cui Mummy – ha annunciato a soli 34 anni il suo ritiro come regista.

D. Chazelle

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